di Gi Elle

Scatta l’allarme in Friuli Venezia Giulia per la possibilità che l’Italia non ratifichi gli accordi Ceta stipulati nel 2017, dopo anni di trattative, fra Unione europea e Canada.
Si rende interprete di questo disagio Confagricoltura Fvg, tramite il suo presidente regionale Claudio Cressati:

«Con il Ceta – afferma infatti – vengono tutelate ben 41 denominazioni italiane (prosciutto di San Daniele compreso), pari a oltre il 90 per cento del fatturato dell’export nazionale a denominazione d’origine, che senza questo accoro non godevano di nessuna tutela sui mercati canadesi».

«Chiediamo al Governo – prosegue Cressati rivolgendosi all’esecutivo di Palazzo Chigi – di valutare con la dovuta attenzione gli effetti fortemente negativi derivanti dalla mancata ratifica di un importante accordo con una delle sette grandi economie del mondo e valutiamo positivamente, in questo senso, quella che auspichiamo essere una parziale apertura da parte del ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, il quale ha dichiarato a Bruxelles di voler “capire con dati concreti se realmente il Ceta è vantaggioso”, dal momento che “il Governo non ha altri dati rispetto a quelli della Commissione europea”».

«Riteniamo necessario – sottolinea il presidente – che il Governo tenga conto delle istanze che vengono da Confagricoltura, ma anche da CIA, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari, un coordinamento che rappresenta oltre i due terzi delle aziende agricole italiane, pari al 60 per cento del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata e con oltre 800 mila persone occupate nelle imprese rappresentate, e che è nettamente a favore della ratifica dell’accordo».
«Senza il Ceta non si potrebbe verificare un aumento dei contingenti di export a dazio zero, e quindi una crescita esponenziale delle esportazioni italiane ed europee, e non si arriverebbe a una maggiore tutela per le produzioni agroalimentari nazionali, le cui denominazioni, al contrario, potrebbero essere liberamente usate dai canadesi.
La fondamentale importanza del Ceta sta nel riconoscimento del principio delle indicazioni geografiche e del loro legame con il territorio; riconoscimento che, essendo frutto di 7 anni di trattative e mediazioni, non può essere ovviamente considerata una totale vittoria, ma che apre un grande spiraglio per un confronto approfondito e continuativo su questo tema», mette in evidenza Confagri Fvg.
Che poi aggiunge: «Analizzando l’importanza dell’accordo con il Canada in una prospettiva più ampia, il Ceta rappresenta un significativo passo in avanti in tema di semplificazione e regolamentazione del commercio globale, poiché prevede l’eliminazione di tariffe su oltre il 90 per cento dei prodotti europei e l’avvio di un iter di confronto e cooperazione regolamentare».
«Il Ceta è il primo accordo di tipo misto e va pertanto ratificato da tutti i Parlamenti nazionali affinché – ricorda, concludendo il suo appello, il presidente Cressati – entri completamente in vigore.   In questo senso, la mancata ratifica, oltre a creare disagi diplomatici e d’immagine tra l’Ue e il Canada, rappresenterebbe anche uno “strappo” del Paese nei confronti del Parlamento e dell’esecutivo comunitari, in una fase delicata in cui discute della riforma della Pac.    Il no al Ceta arrecherebbe un grave danno al principio della politica commerciale comune dell’ Europa, fondamentale per contrastare la politica dei dazi del presidente Trump e per scongiurare, al contempo, lo scoppio di nuove guerre commerciali».

Ma cos’è il Ceta?

Innanzitutto, come pare facile capire, si tratta di un acronimo che sta per Comprehensive economic trade agreement,   che, tradotto in italiano, letteralmente significa “Accordo economico e commerciale globale”.

In altre parole, è un trattato di libero scambio tra Canada e Unione europea, approvato finora soltanto dagli organi comunitari tanto da entrare in vigore (dal settembre scorso) in forma provvisoria in attesa delle ratifiche da parte degli Stati membri.
Adempimento cui adesso è appunto chiamata anche l’Italia.

in copertina:  Claudio Cressati   presidente regionale  Confagricoltura Fvg .

Una fase della produzione di prosciutti  a San Daniele,
una delle attività economiche più importanti del FVG

foto da:   http://www.thekitchentimes.it/aria-di-festa_day-2/

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